Zavattini, Guareschi, Giannini: un percorso nella favola del Novecento

"Zavattini, Guareschi, Giannini: un percorso nella favola del Novecento"

5 Dicembre 2011

Seminario, a ingresso gratuito,

del Dr. Guido Conti,

Sala Consiliare del Comune di Seravezza (LU)

La favola, nel Novecento, è un genere che assume via via forme sempre diverse a seconda degli autori. Oggi pensiamo alla favola come ad un genere legato solo alla letteratura per l'infanzia; non è invece un genere letterario circoscritto. Giovannino Guareschi, Cesare Zavattini e Sirio Giannini sono tre autori del Novecento, che a maniera loro interpretano la favola, non solo come genere, ma anche come modo di vedere il mondo: cercano la favola che è nella realtà.

Prendendo spunto da fatti veri di cronaca, Guareschi costruisce i racconti di Don Camillo, Peppone e il crocifisso, ovvero una "favola vera". I fatti del mondo riletti con gli strumenti della favola: per questo il crocifisso parla e può parlare agli uomini, in una delle invenzioni letterarie che faranno il giro del mondo.

Zavattini affonda l'occhio nella realtà cercando anche lui la favola. In Totò il buono, dove il protagonista nasce sotto una foglia di cavolo, è una figura poetica che vive la sua favola tra i miserabili e i poveri. L'autore imprime un connotato cristologico alla figura di Totò, che dà vita ai desideri più impensati dei diseredati. Il film Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, tratto da questo romanzo di Zavattini, è uno dei capisaldi del Neorealismo. Lo sguardo spietato sul mondo del dopoguerra, le macerie e le devastazioni, di un Italia che cerca di rimettersi in piedi, lascia spazio alla favola come poesia della realtà. Il volo dei poveri sulle scope verso un paese, dove "Buongiorno vuol dire veramente buongiorno", diventerà il modello del finale di E.T. di Steven Spielberg.

In Prati di fieno, Sirio Giannini vive i ricordi della Bassa, terra che accomuna i tre scrittori (Giannini per esserci sfollato durante la guerra, in un'esperienza che lo segnerà nel profondo). Il giovane versiliese ritrova in quei ricordi l'alone della favola e dell'elegia che si radica, ancora una volta, in un realismo o Neorealismo in grado di scaturire dalla memoria.

Tutti e tre gli autori - Guareschi, Zavattini, Giannini -, rievocano e rileggono in modi specifici il mondo, attraverso l'occhio della favola in tre accezioni completamente diverse pur radicandosi in una stessa idea di realtà e di territorio.

Guido Conti

Guido Conti, è nato nel 1965 a Parma dove vive e lavora. Ha pubblicato raccolte di racconti tra cui ricordiamo Il coccodrillo sull’altare, Guanda, (Premio Chiara 1998), e Un medico all’opera, Guanda, (Premio Frignano), e diversi romanzi, I cieli di vetro (Premio Selezione Campiello 1999), Il tramonto sulla pianura e La palla contro il muro. Da sempre appassionato studioso dell’opera zavattiniana, Guido Conti ha curato la raccolta degli scritti giovanili di Cesare Zavattini, Dite la vostra (Guanda 2002) e la biografia di Giovannino Guareschi, biografia di uno scrittore, Rizzoli (Premio Hemingway per la critica 2008). L’ultimo romanzo Le mille bocche dela nostra sete, Mondadori 2011 è stato tradotto in Olanda e Spagna. Ha curato numerosi cataloghi e opere dedicate agli umoristi, ha allestito mostre dedicate a Giovannino Guareschi e in particolare di Guido Scarabottolo di cui ha curato il catalogo Il gioco delle regole, Mattioli, Parma, 2009.